I ciclisti sono lacrime, lacrime della strada, lacrime al contrario, costrette a non cadere ma solo a scivolare. I ciclisti sono statue, statue di sabbia, di ansia di partire, destinate a sgretolarsi per la voglia di tornare. I ciclisti sono silenzi, silenzi di noia, di voglia di cambiare, e cercare il nuovo in un movimento sempre uguale. I ciclisti sono segni di biro, scarabocchi di sangue, di polpacci squadrati, motori di carne che muove il metallo, macchie di vita da un finestrino. I ciclisti sono polvere, polvere di sale, di ferro e di salita, di forza che è finita, di livore sui pedali.